Arena di Montemerlo

La Storia

Siamo nel 1950 negli anni subito dopo la guerra quando la piaga della disoccupazione dilagava in Veneto ed in tutta Italia.
A Montemerlo la presenza dell’antica cava di trachite rappresentava un’alternativa all’occupazione in agricoltura, allora imperante, e dava un’insostituibile fonte di sostentamento a tante famiglie. Non vi era casa nella quale non ci fosse qualcuno che campasse maneggiando pietre. Ciononostante molti erano disoccupati o costretti a emigrare.
Per meglio qualificare l’attività artigianale connessa alla lavorazione della trachite e soprattutto per avviare al lavoro i tanti giovani disoccupati, l’Amministrazione comunale di Cervarese Santa Croce, grazie all’accortezza e all’interessamento del Sindaco, Purgato Giulio, chiese ed ottenne dal Ministero del Lavoro l’istituzione di un “Corso professionale per muratori in sasso trachitico”.
Le esercitazioni pratiche del corso prevedevano la lavorazione e la messa in opera delle “masegne” e la loro demolizione per il successivo riutilizzo; il buon senso di allora e la lungimiranza di un comitato denominato “Pro Montemerlo” suggerì di utilizzare questa mano d’opera in modo razionale per la costruzione di un edificio che restasse ad uso della comunità.
Iniziò così l’avventura dell’Arena; un teatro all’aperto a modello degli anfiteatri greco-romani, costruito integralmente in pietra trachitica locale, che divenisse luogo d’incontro della comunità e offrisse alla popolazione l’opportunità di assistere a spettacoli teatrali e musicali.
Di forma ellittica misura 32 metri per 22 con un profondo palcoscenico, platea, gradinate a semicerchio, una capienza di 600 persone, ben ideata e dotata di ottima acustica.

La sera del 2 agosto 1952 l’inaugurazione ufficiale con uno straordinario concerto ed una entusiasmante partecipazione di pubblico; la stagione dell’arena era cominciata.
Manifestazioni e spettacoli si susseguirono con successo per alcuni anni, ma con il passare delle stagioni ed il mutare delle mode, che vedevano il cinema e la televisione come segno di progresso, gli spettacoli divennero meno frequenti, cadde in disuso e l’edificio si degradò al punto che qualcuno pensava di demolirlo.

IL RECUPERO

Chi non ha vissuto l’esperienza in prima persona, quasi certamente ha difficoltà a capire che cos’abbia significato recuperare un edificio come l’Arena, unico nel suo genere sia dal punto di vista architettonico sia per le particolari modalità con cui venne realizzato.

Descrivere i fatti, le vicende, gli aneddoti che hanno caratterizzato il restauro e la riapertura agli spettacoli, non è cosa semplice e meriterebbe qui uno spazio ben più ampio.

Quando nel 1979 la Pro Loco stipulò il contratto con la Parrocchia di Montemerlo, nel quale si impegnava a restaurare l’Arena dopo anni di totale abbandono e con il rischio della demolizione, probabilmente non immaginava neanche lontanamente la quantità di lavori e le difficoltà che avrebbe dovuto affrontare. In quegli anni la Pro Loco non aveva una sede fissa e le riunioni si svolgevano in abitazioni private o presso il bar “Alle Albere” ogni mercoledì sera. In queste riunioni, oltre a preparare le manifestazioni che avevano lo scopo di finanziare i lavori in Arena, veniva fatto il punto sullo stato di avanzamento dei lavori e l’elenco dei volontari disponibili a lavorare il sabato, la domenica o alla sera dopo una giornata lavorativa. Le persone che hanno dedicato il loro tempo per il restauro, tutte in modo gratuito, sono state tantissime, dai progettisti (anche da fuori provincia) ai muratori che l’avevano costruita, alla gente comune anche se non aveva dimestichezza con il lavoro da svolgere; c’è stata pure una signora pensionata, innamorata dell’Arena che non potendo lavorare, ogni anno contribuiva con una “piccola” somma di denaro. Con il volontariato sono stati realizzati tantissimi lavori di straordinaria importanza e tali da permetterne la riapertura (anche se in modo occasionale): dalla stuccatura delle murature, al rifacimento delle gradinate, dalla pavimentazione della platea, all’impianto elettrico….

Chi era poco pratico di pietre e cemento bussava a vari Enti ed uffici, compilava domande, chiedeva contributi. Quando la situazione per la Pro Loco cominciò a diventare troppo onerosa arrivarono, fortunatamente, consistenti contributi da enti privati e pubblici che hanno permesso di effettuare gli interventi per l’ultimazione del restauro e la messa a norma, che altrimenti sarebbero stati difficili da realizzare.

È ormai un ricordo l’Arena fatiscente, piena di erbacce, chiusa, dimenticata. Nel tempo è divenuta lo spazio di aggregazione e il contenitore della maggior parte delle attività del territorio e nel periodo maggio/settembre è sede di importanti manifestazioni (estate teatrale, concerti, balletti, saggi, ecc.); anno dopo anno la qualità delle rassegne è cresciuta così da richiamare un pubblico sempre più numeroso, anche in ambito regionale.

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